Il rivelatore a elettrodo inverso (REGe) ha una geometria simile a quella di altri rivelatori coassiali al germanio, con un'importante differenza.
- Spettroscopia da 3 keV a >10 MeV
- Contatti ultrasottili impiantati a ioni
- Resistente ai danni da radiazione
- Eccellente risoluzione temporale
- Capacità di alta velocità di energia
- Dotato di preamplificatore intelligente
- Protezione FET a diodi
- Riscaldamento / spegnimento HV
- Interfaccia seriale USB 2.0
Il rivelatore a elettrodi invertiti (REGe) ha una geometria simile a quella degli altri rivelatori coassiali al germanio, con un'importante differenza. Gli elettrodi del rivelatore REGe sono opposti a quelli del rivelatore coassiale convenzionale, in quanto l'elettrodo di tipo p (boro impiantato a ioni) si trova all'esterno e il contatto di tipo n (litio diffuso) all'interno. Questa disposizione degli elettrodi presenta due vantaggi: lo spessore della finestra e la resistenza ai danni da radiazione
Il contatto esterno impiantato a ioni è estremamente sottile (0,3 μm) rispetto a un contatto diffuso al litio, consentendo al rivelatore REGe di coprire un'ampia gamma di energie, da 3 keV a diversi MeV. I rivelatori REGe sono normalmente dotati di una finestra in carbonio composito, che è robusta e fornisce un'eccellente trasmissione al di sotto dei 10 keV. Sono disponibili anche finestre in berillio o alluminio. L'alluminio è preferibile quando non vi è interesse per le energie inferiori a 20 keV e si desidera una maggiore robustezza. Il berillio dovrebbe essere scelto per sfruttare appieno la capacità di bassa energia (fino a 3 keV) del rivelatore REGe
È stato riscontrato che il danno da radiazioni, dovuto principalmente a neutroni o particelle cariche, causa l'intrappolamento di buchi nel germanio.
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