1) Vista della sala lavorazione per la produzione di Grana Padano (foto 1 e 2) dove sono installate n° 72 caldaie a
campana rovesciata in rame modello isotermico della capacità di 11 ettolitri;
2) Il latte crudo di vacca perviene in caseificio con delle autocisterne da cui viene scaricato con delle elettropompe
autoadescanti ed inviato ai due afforatori automatici della capacità di 40 ettolitri cadauno (foto 3 e 4) dove avviene
l'affioramento della crema e la standardizzazione della quantità di grasso contenuto nel latte, tutte queste fasi sono
automatiche;
3) Dopo la standardizzazione il latte viene immesso automaticamente con la quantità predeterminata nelle caldaie
(foto5);
4) Appena effettuato il carico delle caldaie in automatico inizia il riscaldamento del latte portando sempre in automatico
sino alla temperatura necessaria al processo produttivo (foto 6 e 7);
5) Raggiunta la temperatura desiderata si aggiunge il siero innesto e il caglio mantenedo in agitazione il latte per
distribuirli uniformemente (foto 8);
6) A coagulazione avvenuta si procede alla rottura della cagliata denominata spinatura (foto 9 e 10);
7) Effettuata la spinatura in automatico si esegue la cottura della cagliata riscaldandola sino alla temperatura necessaria
al processo (foto 11 e 12);
8) A cottura ultimata segue una fase di riposo nella quale i grani di cagliata si aggregano tra loro e precipitano su fondo
della caldaia;